Davide Pipi |
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| E' buona norma, per non incorrere in situazioni spiacevoli, seguire alcuni consigli pratici che vengono qui di seguito riportati. I funghi considerati mangerecci dovranno essere conservati in contenitori rigidi aerati ed in luogo fresco.
E' sconsigliato il trasporto di funghi commestibili frammisti ad altri funghi, non commestibili o tossici. E' parimenti sconsigliato conservare funghi in sacchetti o contenitori di plastica, poiché mancata aerazione e calore accelerano i processi di putrefazione.
Le operazioni di conservazione e/o il consumo dovranno avvenire nel più breve tempo possibile.
Si sconsiglia di consumare funghi:
in caso di dubbia identificazione della specie; in grandi quantità ed in pasti ravvicinati; crudi (ad eccezione delle pochissime specie che si prestano all'uso) o non adeguatamente cotti. Se consumati crudi o poco cotti, anche la maggior parte dei funghi mangerecci è in grado di provocare disturbi o avvelenamenti; alle donne in gravidanza o in allattamento; alle persone con intolleranza a particolari alimenti, farmaci o che soffrono abitualmente di disturbi allo stomaco, fegato, intestino, pancreas, senza il consenso del medico. Nella malaugurata ipotesi di insorgenza di disturbi dopo il consumo di funghi:
recarsi immediatamente all'ospedale al primo sospetto o ai primi sintomi di malessere; tenere a disposizione eventuali avanzi del pasto e dei funghi consumati; fornire le indicazioni utili per l'identificazione della specie o delle specie fungine consumate e del loro luogo di raccolta. Si ricorda inoltre che:
non esistono metodi, ricette, oggetti, ortaggi, metalli od altro in grado di indicare la tossicità di un fungo. L'unico metodo sicuro per stabilirne la commestibilità è quello di classificarlo in modo corretto, sulla base delle sue caratteristiche, come appartenente a specie di comprovata commestibilità.
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